Anche i bambini geniali possono essere problematici

Un recente articolo su “Focus” di Febbraio 2016 ispirato ad una ricerca della Florida State University, mette in evidenza un fattore spesso sottovalutato nella gestione dei bimbi così detti “gifted” cioè geniali.
Coloro che hanno un quoziente d’intelligenza QI sopra la media (QI maggiore di 120) infatti, con capacità sensoriali, olfatto, udito, memoria, più sviluppate rispetto ai coetanei, possono essere considerati distratti o iperattivi. Hanno frequentemente problemi nel concentrarsi su un unico argomento, soprattutto se non di loro interesse, perché sono dotati di una straordinaria capacità di percepire contemporaneamente tutti gli stimoli esterni. Trovano difficoltà nell’interagire con i propri coetanei e ricercano il confronto con persone più grandi. Tutto si trasforma agli occhi degli insegnanti in sintomi  di disagio del bambino. Ma non sempre le strutture sono in grado di individuare correttamente le cause di tale disagio. Per questo motivo spesso anche il loro percorso scolastico non è lineare, bensì pieno di pause ed accelerazioni.

Un aiuto concreto può essere fornito da docenti altamente qualificati in grado di osservare ed ascoltare tutti quei segnali che troppo di frequente vengono ignorati, perché non compresi. Strutture, campus, associazioni e centri di ricerca possono essere di supporto nell’individuazione degli strumenti appropriati da fornire ai ragazzi affinché possano  esprimere appieno le loro potenzialità.

Un ascolto pro-attivo da parte dei genitori e del corpo docente è una base solida su cui costruire un futuro percorso scolastico appagante e ricco di soddisfazioni.

 

 

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